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domenica 12 agosto 2012

Ragione e sentimento

Tra le molte vicende estive relative al calcio nostrano, in questa stagione calda che ci ha visto spettatori delle splendide Olimpiadi di Londra 2012, ce n'è una che mi sembra doverosa di considerazione: quella del portierone o ex-portierone dell'Inter plurivincitrice di Mancini e Mourinho. Julio Cesar che è successo?
Molti, tifosi interisti in primis, non hanno capito e mai lo potranno fare il perchè dell'addio alla saracinesca di tante stagioni neroazzurre, il portiere che negli anni dei primi scudetti targati Mancio e poi dello splendido biennio targato Mou, fino alle due ultime stagioni con il valzer dei tanti allenatori, è sempre (quasi sempre visto l'ultimo anno) stato l'ultimo invincibile baluardo della difesa interista. Un ragazzo serio, posato e poco appariscente, professionale e simpatico al tempo stesso che, facendo leva sulla potenza e reattività del gesto atletico oltre che su riflessi felini aveva garantito tanti punti al complesso morattiano ed era stato considerato per anni tra i migliori portieri del mondo, essendo titolare inamovibile della Selecao brasiliana.
Perchè ora è in procinto di essere ceduto in Inghilterra, forse al Tottenham, a soli 32 anni, lasciando il calcio italiano (forse meglio per lui) e tanto affetto ricambiato da parte dei tifosi interisti?
Purtroppo, la risposta è nei fatti, non ci sono misteri o inganni: nelle ultime due stagioni Julio ha giocato meno, troppi infortuni muscolari ne hanno minato il rendimento sin dall'era Benitez, prima della finale della Coppa Intercontinentale 2010, poi durante il periodo di Leonardo ed ancora dopo con Gasperini e Ranieri. Rendimento basso, qualche errore, ingaggio elevato, direi ricco e la scelta del Presidente di aderire al tanto agognato Fair Play finanziario di Monsieur Platini hanno portato ad una scelta che dolorosa è per tutti gli amanti dell'Inter ed anche per il sig. Moratti, ma tra ragione e sentimento ha prevalso stavolta la ragione.

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