Se l'attacco continua a non girare (Lautaro e Dzeko sono stati ampiamente insufficienti) e la mediana resta molto appannata, ci si aggrappa allora alla difesa e alla voglia di soffrire che alla fine ha permesso ad Handanovic di non subire gol. Anche il portiere sloveno, dopo un inizio da brividi con la traversa di Chiellini, si è esibito in un paio di ottimi interventi, compresa la decisiva deviazione sull'incursione di Zakaria finita sul palo. Con uno Skriniar monumentale che riesce a coprire lo scarso momento di forma di Bastoni e un D'Ambrosio solido in attesa del rientro di de Vrij, non è comunque un caso che ci sia stata meno frenesia nella retroguardia col rientro di Brozovic, non ancora scintillante nel costruire gioco ma efficace come sempre nelle scelte tattiche e di posizionamento sulle ripartenze avversarie.
Se è impossibile che l'intera totalità, o quasi, del gruppo sia crollata fisicamente quasi all'improvviso, molto del periodo di appannamento nerazzurro è da imputare alla condizione mentale, ed è proprio sotto questo aspetto che i tre punti guadagnati contro la Juve dovranno fare la differenza da qui al 22 maggio. Se Inzaghi riuscirà a recuperare i vari Barella, Perisic, Lautaro e Dzeko in fretta - la testa fa i miracoli - allora non servirà sempre vincere di corto muso, mettendo davanti il risultato alla prestazione, per quanto nel rush finale di campionato sono proprio i punti a fare la differenza piuttosto che il come si arriva a conquistarli.
Nelle ultime otto di campionato (sette più il recupero contro il Bologna, se ci sarà) l'Inter affronterà quasi tutte squadre della seconda metà di classifica e, se è vero che dovrà sperare in qualche passo falso di Napoli e Milan, ha comunque mandato un importante messaggio alle avversarie: la lotta scudetto resta a tre.
(Fonte: www.sportmediaset.mediaset.it)Sport News: Calcio, Calciomercato, F1 e MotoGP. Tutto lo Sport in diretta - Sportmediaset
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